Passione PUNI
Dit verhaal is eerder verschenen in Whisky Passion no.1 , 2014 (NL), in Der Whisky Botschafter no. 2 Frühling, 2014 (DU) en in Italië in Bedrijf (De Smaak van Italië). Een vertaling in het Italiaans door Mieke Molin kon niet lang uitblijven.

Non si trova una distilleria con un carisma paragonabile a questa opera d’arte. Werner Tscholl, architetto di questo tempio dell whisky, dice, che l’ha ideato in meno di qualche secondo. “E pensare che non abbiamo ancora imbottigliato una singola bottiglia di whisky! “ aggiunge Jonas Ebensperger, ridendo.
Glurns o Glorenza.
Dalla nostra ultima tappa, Vicenza, viaggiamo direzione Nord Italia, verso Alto Adige. Tutto qua espira un atmosfera piacevole, dalle tovaglie a quadretti sui tavoli pesanti di legno, fino al bilinguismo, che provvede che il tedesco rimanga una lingua, ancora molto parlato. Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel patto di Saint-Germain, hanno ritirato la frontiera dell’Austria un poco, e per quello anche Vinschau ( Alto Adige est) diventava italiano nel 1919. La nostra destinazione e Glurns, o se volete Glorenza, dove ho un appuntamento con l’architetto Werner Tscholl.
Brennen.

Alle 13.30 entro la distilleria PUNI. Ho usato l’ora prima per osservare l’esterno dell cubo di whisky. La semplicita del lavoro dell’architetto si rivede nel modello dei mattoni di cemento del colore terracotta, con accatastamento alternato. Tscholl ha preso come punto di partenza per tutta la costruzione, i buchi di ventilazione nei vecchi cappanoni italiani. L’uso di mattoni cotti nella cantina e una scelta fatto appositamente. Il whisky assume il colore dei mattoni cotti. Werner Tscholl: il buono era, che non ero ostacolato da qualunque conoscenza del mondo di whisky. Come sono arrivato a questo disegno? Volevo costruire un tipo di scatola, dove si poteva, mentre si costruiva, sempre avere la possibilita di cambiare. Discretamente chiedo perche ha costruito PUNI a questo posto, in una zona industriale? Werner ride: non era la mia decisione. La famiglia Ebensperger, con la quale sono molto amico, voleva una distilleria nel loro giardino sul retro, punto.
Acciaio, distillatori e mattoni.

L’entrata e il piano terra si presentano come un museo moderno: tirato e aperto, ricoperto di un sole italiano, che si stringe tra i buchi di ventilazione… un spettacolo da mozzare il fiato. Davanti a me si alzano due distillatori da una imboccatura nel pavimento, coperti da una costruzione di vetro. Su due tavole di vetro sono esposte i primi derivati di PUNI : i liquori. “Mio papa ha un gusto dolce e per quello voleva fare un Irish Cream. Non m’interessa il gusto, ma la presentazione e bellissima. Continuo a guardare intorno. La parte esterna della distilleria si trova piu o meno a un metro isolato della parte interna di vetro. L’interno di vetro, la quale contiene i distillatori, e appeso nel esterno: acciaio, mattoni, e distillatori. E ovvio: questa costruzione e poesia pure.
Interesse.

Si presenta Jonas Ebensperger, il figlio piu giovane. Sono colpito dal fatto che parla cosi bene l’inglese. “Da anni passo le mie ferie in Scozia, gli ultimi 5 anni vado piu spesso a causa della costruzione della nostra distilleria.” Jonas e da poco tornato da Whisky Live Paris, dove ha fatto una presentazione. “La gente era entusiasta, anche perche siamo i primi in Italia a fare un lavoro serio per realizzare il nostro sogno: fare il primo whisky italiano.” Jonas e il portavoce di PUNI. “Ingvar Ronde, dal Malt Whisky Yearbook, e a pena uscito con un intervista in tasca, e anche il Whisky Magazine ( inglese ) mi ha telefonato un paio di mesi fa. Non c’e mancanza d’interesse. Consegno a Jonas qualche riviste di Whisky Passion, e aggiungo che io saro il prossimo giornalista. Piu c’e interesse, meglio e. “Dai, andiamo giu, ti faccio vedere di piu!” Mi guardo intorno…..ancora di piu ??
Semplicita.

Il piano inferiore e molto ordinato, due spazi per visitatori, la sala per gristmill, una sala per la presentazione, e uno spazio aperto al centro, dove sono posizionato in rilievo il wash still, spirit still e spirit safe. Il resto di tutte le condotte sono nascoste sotto lastre nere di metallo. Parlando di tutto questo, entriamo nel centro visitatori, e mi trovo sotto una grande struttura portante e attraversante. “Questo poteva essere una capella,” dice Werner Tscholl, “con il banco come altare.” Un fascio concentrato di luce diurna provvede alla luminosita ambientale, sensa accendere le lampade. Sebbene le dimensioni del fabbricato sono solo 13 x 13 metri, la trasparenza del cubo di whisky PUNI ti da una sensazione di ampiezza. Il metallo nero, lo spazio chiaro e l’accostamento dei colori in terracotta da tranquillita al piano inferiore.
Harry Cockburn.

Una bella presentazione powerpoint sostiene il racconto di Jonas. Dall’ inizio alla fine ci porta nella storia, la costruzione e la filosofia della prima distilleria italiana. Il nostro giovane presentatore commincia la sua storia dal suo inizio. L’idea di papa Ebensperger, 6 anni fa, di cominciare una distilleria di whisky. Quasi subito architetto e amico di casa Tscholl appariva sullo schermo, e in poco tempo si iniziava a costruire. Si contattava A. Forsyth & Sons (Rothes) dalla Scozia, per la costruzione di due distillatori, e nessuno meno di Harry Cockburn, il nestore viaggiante del whisky, e consigliere della famiglia Ebensperger. A Bolzano (Bozen) che e vicino, hanno costruito i due vassoi di pino, e nel 2010 era realizzato la costruzione totale. Jonas si ferma un po piu a lungo sull l’ultima diapositiva. Se l’ho visto bene, e un bunker.
I bunker della guerra.

Nel periodo 1936-1942 l’approccio del Regno Tedesco diventava molto evidente. L’Austria veniva annessa, e per evitare peggio, gli italiani cominciavano ad alzare una barriera di difesa: la Valle Alpino Littorio. Si possano ancora vedere i resti, per la piu grande parte intatti, lungo la frontiera Svizzera-Austriaca. La famiglia Ebensperger, un paio di anni fa, ha visto la possibilita: un stoccaggio ideale per tutte le botte del whisky. Hanno preso in affitto qualche bunker, gli hanno puliti, provisti di scaffale, e riempiti di botti. La costante percentuale d’umidita e le temperature basse nel ripostiglio sottoterra, fanno in tutti modi delle opere di difesa in cemento un deposito sicuro.
PUNI tattoo.

La parola PUNI e secco e deciso, e pronunciabile anche per Cinesi e Giapponesi, dice Jonas. Aggiunge che uno studio Diageo ha dimostrato che nomi complessi nel passato hanno portato a una ricaduta delle vendite. Laphroaig diventava Lap-frog, e Bruichladdich, un disastro. Questo non doveva accadere, e cosi e nato PUNI, un fiume del paese. Al mio grande stupore Jonas si rimbocca le maniche. Il logo lo aveva fatto tattuare anni fa, studente a Berlino, sull’ avambraccio. “Quando mia mamma era abituata, le piaceva il tattuaggio. Le tre righe sono i nostri prodotti di base: segale, frumento e orzo, o, se preferite, i tre figli di mio papa,”ride Jonas.
PUNI pure e PUNI alba.

Jonas posa i bicchieri sul altare design, e versa PUNI pure. Questo e un ‘new make spirit’ che e stato 6-9 mesi in serbatoi di acciaio inox. “Lo vendiamo per fare un mix perfetto.” Giusto, me lo posso immaginare, quando noto che il mio angolo della bocca destra si tira in alto spontaneamente. PUNI alba va nella direzione buona: maturato 12 mesi in botte di Marsala Siciliana e Pinot Noir locale. Sento una combinazi ne di secco e dolciastro, e concludo che ha ancora bisogno di un poco di maturazione. “Promettente,” posso dire a Jonas, e lui fa cenno di si. Il terzo bicchiere e un whisky-in-arrivo, ha 4 mesi. Viene da un 50 litri ex-Ardbeg-vascha, ed e fantastico, gia adesso. Jonas mi guarda, pieno di aspettative, e io sento davvero potenza in questo whisky. Il primo whisky PUNI sara imbottigliato nel 2015. Io non posso aspettare di godere il vero risultato. Una cosa e sicura: PUNI si e meritato tutto questo, sicuramente anche per il lavoro splendido di Werner Tscholl.
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